




Il volto del volontariato: intervista a Gianluca Timi, Governatore della Misericordia di Assisi
Per Gianluca Timi, governare la Misericordia di Assisi significa svolgere un ruolo di rappresentanza. “Essere Governatore è un privilegio, ma è anche una grande responsabilità”.
Il 6 ottobre 2023, a Palazzo di Assisi, si sono svolte le elezioni per eleggere il nuovo Governatore della Misericordia di Assisi. Al termine di queste ultime sei stato scelto per ricoprire questo ruolo. Come ti sei sentito al momento della tua elezione e quali sono state le tue prime riflessioni sulla responsabilità che ora hai assunto?
Essere eletto governatore è stato per me un profondo onore, un momento carico di significato. Significa essere il volto istituzionale della Misericordia di Assisi, ma soprattutto essere al fianco di chi ogni giorno dona tempo, cuore e impegno per gli altri. Essere governatore è un privilegio, ma è anche una grande responsabilità. Oggi guidare un’associazione di volontariato richiede energie, dedizione e tanta attenzione, perché le normative e gli adempimenti del Terzo Settore sono tanti e spesso complessi. Ho scelto di accogliere questo incarico con entusiasmo e con il cuore aperto, consapevole delle sfide ma anche profondamente legato a questa realtà che da oltre vent’anni è parte della mia vita. È un cammino che proseguo con gratitudine e senso di servizio.
Per te , personalmente, che valore ha l’impegno verso il prossimo e come lo trasmetti agli altri confratelli e consorelle della Misericordia?
Il mio impegno personale è, prima di tutto, quello di cercare di rispondere alle esigenze di chi si rivolge a noi. Molto spesso, si tratta di persone che stanno attraversando momenti difficili e hanno bisogno di aiuto: può essere una visita, un trasporto o, semplicemente, qualcuno disposto ad ascoltarle. Questo modo di essere, questo sentirmi volontario nella Misericordia, l’ho assorbito dentro di me fin da
ragazzo. Ho cominciato giovanissimo a soli 16 anni e ancora oggi continuo con lo stesso entusiasmo di allora. Cerco ogni giorno di coinvolgere anche gli altri nelle attività dell’associazione rendendoli partecipi, facendo capire quanto sia importante sentirsi parte attiva di una realtà che offre un servizio concreto e prezioso a chi è in difficoltà. Tutti, prima o poi, ci siamo trovati ad affrontare momenti complicati, con un familiare malato o una necessità improvvisa. E sapere che c’è qualcuno pronto a tendere una mano fa la differenza. Chi sceglie di mettersi a disposizione del prossimo trova sempre accoglienza, rispetto e gratitudine. È anche per questo che il nostro operato, così come la nostra divisa, è profondamente rispettato: perché rappresenta un impegno sincero, vissuto con cuore e responsabilità.
Qual è stato il progetto o l’iniziativa di cui sei più orgoglioso realizzati durante il tuo mandato da Governatore?
Non c’è un’unica iniziativa di cui mi senta particolarmente orgoglioso. Quello che stiamo portando avanti, sin dall’insediamento del nuovo direttivo – che ho l’onore di guidare – è un vero e proprio percorso di rinnovamento e crescita.La prima grande sfida che abbiamo affrontato è stata il cambio di sede. Dopo vent’anni, abbiamo sentito la necessità di spostarci, lasciando alle spalle un luogo che, pur ricco di storia, rappresentava il passato. La nuova sede ci ha dato maggiore libertà, nuovi spazi e nuove energie. È stato, simbolicamente e concretamente, l’inizio di una nuova fase. Una fase di crescita, anche a livello gestionale. Il nuovo direttivo ha scelto di intraprendere una strada diversa rispetto al passato, adottando criteri più moderni ed efficienti. Fin da subito abbiamo introdotto la fatturazione elettronica e cominciato a dialogare in modo strutturato con gli enti che si interfacciano con noi. Abbiamo lanciato una campagna di rinnovamento del parco mezzi, con l’obiettivo di contenere i costi di gestione e migliorare l’efficienza del servizio. Grazie a una significativa raccolta fondi avviata nel 2024, all’inizio del 2025 siamo riusciti ad acquistare un nuovo mezzo attrezzato per il trasporto di persone con disabilità (nove posti totali o sette più due carrozzine) e un ambulanza usata, ma in ottime condizioni. Tuttavia il vero investimento – quello più grande e più importante – è quello che stiamo facendo sulle persone. Un’associazione di volontariato è fatta, prima di tutto, di persone: è da loro che nasce ogni gesto di aiuto, ogni risposta a un bisogno, ogni sorriso donato.Stiamo lavorando per coinvolgere sempre più volontari, per poter offrire un numero maggiore di servizi, ma soprattutto per garantirne la qualità. Crediamo nella formazione come strumento fondamentale di crescita: sia per i nostri volontari, sia per tutte quelle persone e realtà che si rivolgono a noi anche solo per informarsi o formarsi. Perché costruire una vera cultura del soccorso – che nel nostro paese è ancora troppo debole – significa costruire una comunità più consapevole, più solidale, più umana.

Qual è stato il momento più significativo della tua carriera da quando hai preso le redini della Misericordia di Assisi?
Un altro momento per me particolarmente significativo è arrivato dopo l’elezione a governatore: è stato quando sono stato nominato Responsabile della Formazione Sanitaria Regionale. Si è trattato di un grande riconoscimento, ma anche di una forte responsabilità. Il nostro movimento, infatti, è strutturato in modo autonomo anche sul piano formativo, e poter contribuire a questo aspetto così importante è per me motivo di grande orgoglio.Dopo essere diventato istruttore DAE (defibrillazione precoce), ho avuto l’onore di ricevere anche l’incarico di formatore. La nomina a responsabile regionale della formazione è stata un’ulteriore gratificazione, che mi ha permesso di crescere ancora, sia sul piano umano che professionale.Questo ruolo significa occuparsi della programmazione dei corsi, seguirne lo svolgimento concreto e accompagnare i volontari lungo il loro percorso formativo. Ma non solo: vuol dire anche supportare le associazioni del territorio nell’attivazione di nuovi corsi, offrendo strumenti e presenza.È un incarico che vivo con grande senso di responsabilità e profonda soddisfazione personale, perché credo fermamente che la formazione sia il cuore pulsante di ogni servizio di qualità. Formare bene significa, in fondo, prendersi cura anche del futuro del volontariato.
Come vedi l’evoluzione della Misericordia negli ultimi anni e quali sfide ritieni siano più urgenti da affrontare?
In un periodo storico così complesso e fragile per tutti, la sfida più grande che ci troviamo ad affrontare è riportare le persone a fare volontariato. Abbiamo dato la colpa al Covid, al cambiamento dei tempi, alla crisi economica, ma la verità è che oggi è sempre più difficile trovare chi scelga di donare tempo agli altri, senza aspettarsi nulla in cambio. Il tempo è diventato un bene prezioso, da sottrarre alla famiglia, agli hobby o a opportunità lavorative. Eppure il cuore del nostro servizio resta proprio lì: nel dono gratuito. Per questo, l’investimento più importante che possiamo fare – oggi più che mai – è quello sulle persone. È da lì che dobbiamo ripartire. Possiamo avere una sede moderna, mezzi all’avanguardia, una struttura ben organizzata e volontari altamente formati… ma se mancano le persone, tutto questo non basta. Le persone vengono prima di tutto. Ed è proprio da loro, da noi stessi, che dobbiamo ricominciare per guidare la Misericordia verso un’evoluzione continua. Un’evoluzione che passa attraverso la formazione, il miglioramento dei servizi, l’attenzione alle nuove esigenze della popolazione. In questa nuova fase, avviata il 6 ottobre, stiamo già vedendo i primi frutti: stanno arrivando nuovi volontari, nuove energie, nuovi volti pronti a mettersi in gioco. Ed è proprio su di loro che costruiremo il futuro della nostra associazione, rendendola sempre più efficiente, organizzata e capace di rispondere ai bisogni reali del territorio.
Qual è il suo ricordo più bello legato alla Misericordia di Assisi e che cosa rappresenta per te?
I ricordi di questi oltre quindici anni di servizio qui ad Assisi sarebbero davvero infiniti. Sono tantissimi. Molto spesso, tra noi volontari, ci raccontiamo aneddoti, episodi vissuti insieme nei servizi: alcuni buffi, altri impegnativi, altri ancora toccanti. Storie che, nel tempo, ci hanno unito come una vera famiglia. Se però penso, a caldo, a uno dei momenti più belli, quello che oggi porto nel cuore con più forza è quando ho ricevuto l’incarico da governatore. È stato un momento intenso, carico di emozione. Non solo per l’onore del ruolo, ma anche per la responsabilità che comportava. Era una scelta importante, che se non fosse stata condivisa, avrebbe potuto portare la Misericordia su un percorso molto diverso. Per questo oggi considero quel momento come uno dei più significativi di questo primo anno di mandato.Spero che tra qualche tempo potremo ritrovarci di nuovo, magari per un’altra intervista, e festeggiare insieme un bel traguardo raggiunto. Tra le soddisfazioni più grandi che ho vissuto in questo periodo, c’è sicuramente anche la donazione di un’ambulanza ricevuta da Umbragroup, l’azienda in cui lavoro. È stato un gesto che mi ha profondamente colpito, non solo per il valore concreto del mezzo donato, ma per il riconoscimento umano che ne è derivato. Sentire la stima di un’azienda così importante, non solo nel mio ruolo professionale, ma anche per ciò che rappresento all’interno dell’associazione, è stato davvero un bel segnale. Un riconoscimento che mi ha emozionato e che sento come un ponte tra due mondi – lavoro e volontariato – che, in fondo, parlano entrambi la lingua dell’impegno e del rispetto.
La Misericordia di Assisi ha una lunga e ricca storia, e molte persone hanno contribuito a costruirla. C’è qualcuno in particolare che desideri ricordare, una figura che ha avuto un ruolo fondamentale nella crescita della Misericordia di Assisi e che oggi vive nei tuoi ricordi e in quelli dell’associazione?
In oltre vent’anni di Misericordia, le persone che hanno lasciato un segno sono state davvero tante. Ognuna, con il proprio contributo, ha aiutato a rendere la nostra associazione quella che è oggi. Ma in particolare, mi voglio soffermare su chi ha reso possibile questa “seconda nascita” della Misericordia, quella che abbiamo vissuto con l’arrivo del nuovo direttivo. Una persona che porto nel cuore con affetto profondo è Rita Speziale, la nostra segretaria, venuta a mancare nel giugno del 2024. Rita è stata la prima a sedersi con noi attorno al tavolo, quando tutto è ripartito. Facevamo insieme le chiusure mensili, sistemavamo i conti e stendevamo i verbali delle riunioni. Era sempre precisa, attenta, meticolosa. Inoltre ci ha lasciato una lezione che porteremo con noi per sempre: anche nella
malattia, anche dall’ospedale, Rita continuava a preoccuparsi più degli altri che di sé stessa. Pensava a chi era a casa, a ciò che ancora poteva fare per loro. Questo è lo spirito autentico del nostro volontariato. Questo era Rita. Un altro volto che per noi resterà indelebile è Raffaele Tosti, venuto a mancare da pochissimo. Raffaele era l’amico di tutti. La sua perdita è stata un colpo durissimo, perché in questo nuovo cammino lui è stato un punto di riferimento. Era la voce della riflessione e della calma, colui che ci aiutava a rimettere i piedi per terra quando serviva. Era sempre in prima linea, soprattutto nei lavori per la nuova sede. Ogni dettaglio, ogni piccolo intervento, aveva il suo sguardo attento e le sue mani pronte ad aiutare. Ci ha lasciati troppo presto e purtroppo non abbiamo potuto portare avanti questo percorso con lui come avremmo voluto. Ma siamo certi che continuerà ad accompagnarci da lassù, ispirandoci con la sua generosità, la sua dedizione silenziosa, il suo modo di essere sempre presente.
Ecco, la Misericordia vive anche grazie a persone come Rita e Raffaele.
E ogni giorno, nel nostro servizio, c’è un po’ della loro forza che ci guida.